L’attenzione

L’attenzione è un insieme di fenomeni psicologici che ci permettono di:

  1. orientare le risorse mentali verso oggetti o eventi di interesse;
  2. dirigere il nostro agire in ottemperanza agli obiettivi posti;
  3. mantenere una condizione di controllo su ciò che stiamo facendo.

L’attenzione può quindi essere descritta come un meccanismo di inibizione delle informazioni irrilevanti, e di rilevazione delle informazioni salienti. Gli stimoli rilevanti sono elaborati per orientare una risposta, gli stimoli irrilevanti sono elaborati in modo inconsapevole per monitorare l’ambiente.

Può essere misurata per mezzo del Tempo di reazione, maggiore è il TR maggiore è l’elaborazione richiesta. Il tempo di reazione è la quantità di tempo che intercorre tra la recezione di uno stimolo e la risposta del soggetto.

Teorie del filtro

Queste teorie condividono l’idea che l’attenzione selettiva filtri il passaggio di solo determinate informazioni.

Teoria della selezione precoce

Dagli studi di Broadbent (1958): Gli stimoli irrilevanti sono filtrati e scartati, mentre solo i segnali pertinenti sono ammessi all’elaborazione sulla base delle loro caratteristiche fisiche.

Questa ipotesi non appare in grado di spiegare l’intero processo di selezione degli stimoli ➨ Occorrerebbe che le informazioni venissero elaborate prima del collo di bottiglia, per estrarne il contenuto semantico.

L’Effetto cocktail party non sarebbe possibile secondo la teoria della selezione precoce. Esempio di “Effetto cocktail party” In una festa affollata e caotica, mentre sei concentrato su qualcos’altro, senti il tuo nome pronunciato da qualcuno anche a distanza.

Teorie del filtro attenuato

Dagli studi di Treisman (1960): Le caratteristiche elementari dello stimolo come la forma, il colore e l’orientamento sono inizialmente codificate in modo indipendente e in parallelo (processo pre-attentivo), mentre le informazioni irrilevanti vengono “attenuate”; poi solo le singole caratteristiche rilevanti vengono elaborate ed integrate in vari modi (processo attentivo).

  • I meccanismi preattentivi sono automatici, paralleli e non impegnano risorse cognitive e cioè sono fatti senza sforzo.
  • I meccanismi attentivi invece richiedono l’uso di risorse cognitive, sono seriali e a capacità limitata.

Teoria dell’integrazione delle caratteristiche

Elaborata da Treisman, si rifà alla teoria del filtro attenuato: solo con l’intervento dell’attenzione percepiamo l’oggetto (elaborazione attentiva). Prima di essere percepito l’oggetto è un insieme di caratteristiche elementari (elaborazione pre-attentiva) elaborate in aree separate del cervello.

Teoria del filtro tardivo

Dagli studi di Deustche & Deutsch (1963): Tutti i messaggi, rilevanti e irrilevanti, sono elaborati a livello semantico e il filtro selettivo opera solo quando bisogna emettere una risposta. Ciò significa che alcune informazioni avranno una soglia di attivazione più bassa delle altre, e potranno essere elaborate più rapidamente. Questa teoria spiega come gli stimoli distrattori siano elaborati contemporaneamente agli stimoli bersagli, ma siccome è possibile dare una sola riposta alla volta, interviene un filtro che determina quale risposta emettere. Esempio a favore di questa teoria: Effetto interferenza


Interferenze da doppio compito 💫

Riusciamo a svolgere più compiti contemporaneamente?

  • Secondo Braodbent no, a suo sostegno vi è il concetto di “periodo psicologico refrattario”: quando due compiti devono essere eseguiti in rapida successione, ed entrambi utilizzano lo stesso meccanismo per fornire una risposta, il secondo compito viene messo in attesa. Questa attesa causa il fenomeno del periodo psicologico refrattario (o ritardo nella risposta, si parla di un rallentamento di 300 millisecondo del tempo di reazione al secondo compito).

  • Secondo Raynolds , a suo sostegno vi è la “teoria delle risorse”: La capacità di svolgere due compiti contemporaneamente dipende dalla quantità di risorse disponibili. Se i due compiti impegnano le stesse risorse, il secondo subirà un rallentamento del TR. Se i due compiti non impegnano le stesse risorse allora è possibile svolgerli contemporaneamente. Perciò noi siamo in grado di distribuire le risorse a disposizione, in relazione agli scopi e le priorità del momento.

L’interferenza da doppio compito si riferisce ad una condizione di deterioramento delle prestazioni. Dobbiamo selezionare in qualche modo l’accesso delle informazioni al medesimo canale di elaborazione.

Attenzione divisa

Si intende la capacità di controllare e dividere le risorse attentive tra più componenti contemporaneamente, perciò la capacità di prestare attenzione a più cose contemporaneamente.

  • Paradigma del Doppio Compito in cui il soggetto deve svolgere in contemporanea due compiti diversi:

    • Compito primario e compito secondario;
    • le curve POC (Performance Operation Characteristics) mettono in relazione le performance nei due compiti.
  • L’interferenza dipende dalla:

    • difficoltà dei compiti;
    • somiglianza delle operazioni cognitive coinvolte;
    • processi controllati e processi automatici.

Attenzione selettiva

L’attenzione selettiva fa riferimento alla capacità di selezionare le informazioni di interesse sulla base delle azioni che siamo intenzionati a compiere. - Kanheman (1973)

L’essere umano è in grado di eseguire una sola azione alla volta, nonostante sia in grado di cogliere più stimoli proveniente dai vari sensi.

Ciò accade perché il sistema cognitivo umano ha capacità limitate: per evitare una situazione di “sovraccaricoselezioniamo una o più fonti di stimolazione esterna (tra i tanti stimoli in competizione) per dedicarci con maggiore efficacia all’elaborazione dell’informazione rilevante per i nostri scopi, inibendo le informazioni irrilevanti.

Modello Human Information Processing

Descrive il sistema cognitivo come un elaboratore di informazioni che riceve input, che vengono selezionati ed elaborati in modo seriale con il fine di restituire un output.

Il processo può essere inteso come un “filtro a collo di bottiglia”:

Le informazioni giungono in un magazzino sensoriale, le informazioni selezionate sulla base delle caratteristiche fisiche vengono processate, una per volta.

Teoria delle risorse

Si fonda sull’assunto che l’uomo abbia una capacità limitata di elaborazione dell’informazione: Quando viene introdotto più di un compito da svolgere, le risorse per svolgere anche il secondo compito non sono più sufficientisi ha un calo delle prestazioni. Questo calo di prestazioni è il periodo psicologico refrattario, a sostegno delle teorie di Broadbent. *Quando due compiti devono essere svolti uno subito dopo l’altro, ed entrambi utilizzano gli stessi processi cognitivi per fornire la risposta, il secondo compito viene messo in attesa. L’attesa causa un rallentamento di almeno 300ms del TR al secondo compito.

Attenzione sostenuta e vigilanza

  • L’attenzione sostenuta è la capacità di focalizzare l’attenzione su eventi critici per considerevoli periodi di tempo.
  • Per vigilanza si intende la capacità di monitorare nel tempo eventi infrequenti.

Sono state formulate diverse ipotesi per cercare di capire i limiti dei processi di attenzione sostenuta e vigilanza:

  1. Estinzione delle risposte per eventi ripetitivi;
  2. Aspettative ➨ gli eventi probabili sono elaborati più velocemente;
  3. Stimoli sensoriali deboli ➨ minore attivazione fisiologica.

Siamo in grado di svolgere più processi contemporaneamente quando alcuni processi sono “automatici” e altri richiedono la nostra attenzione


Attenzione endogena ed esogena 🚂

E’ possibile suddividere l’attenzione in due categorie:

  1. Attenzione endogena o volontaria ➨ avviata dalle nostre esigenze, relativa alla capacità di prestare intenzionalmente attenzione ➨ elaborazione controllata. L’attenzione volontaria può essere focalizzata su una sola posizione alla volta, anche in in modo seriale al fine di creare l’immagine completa dell’oggetto.

  2. Attenzione esogena o involontaria ➨ avviata da uno stimolo esterno, relativa a quei fenomeni che catturano automaticamente la nostra attenzione (effetto pop-up) ➨ elaborazione automatica. Le informazioni rilevate attraverso l’attenzione automatica (colore, dimensione, movimento, posizione, orientamento) sono elaborate in simultaneamente, automaticamente.

Attenzione endogena ed esogena implicano la costante esplorazione dell’ambiente, finalizzata ad acquisire informazioni utili e governare la situazione.

Elaborazione controllata vs. automatica

  • L’elaborazione controllata è lenta e richiede una maggiore partecipazione delle risorse attentive, implica un controllo diretto e continuo su ciò che stiamo facendo, l’analisi avviene per una caratteristica per volta. Si attiva in situazioni nuove.
  • L’elaborazione automatica è rapida, non richiede risorse attentive ed è inconsapevole, l’analisi avviene in parallelo. Viene attivata in situazioni abituali, in cui il comportamento consiste in sequenze d’azione ben apprese.

Vengono distinti inoltre:

  1. Fattori Bottom-up ➨ L’attenzione è guidata dalle caratteristiche emergenti dell’informazione sensoriale.
  2. Fattori Top-down ➨ L’attenzione è sottesa ai processi intenzionali e consapevoli.

Errori di cattura

E’ l’attivazione erronea e automatica di uno schema, cioè uno schema familiare cattura il comportamento sostituendosi a quello corretto per la situazione. Gli errori sono dovuti al passaggio da una modalità di controllo volontario a una modalità di controllo automatico.


Attenzione spaziale 🌄

L’attenzione spaziale è la capacità di concentrarsi su stimoli specifici in un ambiente visivo. Quando le persone guardano le scene, anche se possono sentirsi come se stessero guardando una complessa miscela di stimoli, la loro attenzione è in realtà attratta da una manciata di dati critici.

Il cervello identifica le informazioni più importanti nella scena per un ulteriore esame e la pianificazione coordinata dei movimenti, creando una mappa dello spazio intorno a noi.

L’attenzione spaziale funziona come uno spotlight, che si sposta nello spazio e processa tutto ciò che accade sotto il suo fuocomettiamo a fuoco la porzione di spazio che ci interessa maggiormente e dove ci aspettiamo che accada qualcosa.

Paradigma di Posner

Il modello di Posner descrive l’orientamento dell’attenzione visiva utilizzando il paradigma sperimentale omonimo in cui si misurano i tempi di reazione di fronte a stimoli attesi, inattesi e neutri.

Attenzione spaziale e sistema visivo

I risultati di Posner aprono la questione dei rapporti tra attenzione spaziale e sistema visivo.

Nell’attenzione spaziale, di solito, vi è coincidenza fra la direzione dello sguardo e quella dell’attenzione. 1. Fase di ancoraggio alla posizione corrente 2. Fase di orientamento verso la nuova posizione 3. Fase di ancoraggio alla posizione spaziale target

E’ comunque possibile separare questi due processi; infatti, possiamo dirigere lo sguardo verso un oggetto nello spazio e orientare l’attenzione verso qualche altra parte (fenomeno della “visione periferica”).

Quando prestiamo attenzione a un oggetto, le sue varie parti sono selezionate nello stesso tempo per dare luogo alla sua percezione nella sua interezza.

Rappresentazione dello spazio

Il nostro corpo è in una costante relazione con l’ambiente: il nostro sistema cognitivo “costruisce” lo spazio intorno a noi. La deprivazione sensoriale determina difficoltà di orientamento spaziale e temporale

Lo spazio è definito dalla presenza degli oggetti?

  1. Modelli object-based attention: la selezione attentiva dipende dagli oggetti presenti nello spazio
  2. Modelli space-based attention: in cui sono le porzioni spaziali che guidano la selezione attentiva