Il concetto di istinto
L'istinto è una sequenza di comportamenti specie-specifici, congenita e fissa che si verifica in relazione a determinate sollecitazioni ambientali. Il concetto di istinto è stato inizialmente enfatizzato nella psicologia sperimentale per descrivere e spiegare l’intensità, la varietà e la direzione del comportamento.
- Nella prospettiva evoluzionistica di Darwin, l’istinto è lo schema di comportamento che, grazie al processo di selezione naturale, assicura le maggiori probabilità di sopravvivenza degli individui di una specie.
All’inizio del XX secolo, William McDougall definì gli istinti come attività primarie che spingono l’organismo a prestare attenzione a certe categorie di stimoli ambientali, ad attivarsi in risposta a questi stimoli e ad agire in un determinato modo al fine di soddisfare le proprie esigenze. In questa prospettiva, gli istinti sono i veri e propri propulsori di ogni comportamento in quanto capacità innate di agire nell’interazione con l’ambiente.
Il concetto di istinto è stato criticato per essere deterministico e incapace di spiegare la varietà motivazionale degli esseri umani. Le nostre inclinazioni sono soggette a pressioni e influenze ambientali, nonché al nostro costante apprendimento.
I’Etologia
Negli anni ‘50, la nozione di istinto fu ripresa dall’etologia, con un’accezione diversa, per studiare il comportamento degli animali nel loro ambiente naturale. In questo contesto, gli istinti sono considerati come schemi di comportamento innati, fissi e stereotipati. Non si tratta di un comportamento intelligente, ma di un comportamento stereotipato e inconsapevole dello scopo da raggiungere.
- Gli studi determinano uno stimolo attivante detto stimolo-chiave: Tutti gli individui di una certa specie reagiscono sempre nello stesso modo in presenza dello stimolo-chiave.
L’imprinting
L'imprinting è un apprendimento precoce, una predisposizione istintiva a seguire, subito dopo la nascita, qualsiasi oggetto in movimento che emette un richiamo definito.
L'esperimento di Lorenz sugli anatroccoli
Questo comportamento si osserva in natura quando, ad esempio, un piccolo anatroccolo, subito dopo la schiusa dell’uovo, inizia a seguire la madre.
- Lorenz ha dimostrato che, nel caso in cui le uova si schiudano in assenza della madre, qualsiasi altro animale (uomo compreso) o oggetto in movimento può far scattare la risposta di imprinting e di attaccamento nel piccolo.
I risultati: tipico degli uccelli che, come i pulcini, sono una prole atta. Dopo la schiusa, i piccoli dimostrano una reazione di inseguimento verso il primo oggetto mobile che vedono, stabilendo un forte legame sociale con esso. L’oggetto dell’imprinting è di norma la madre. Lorenz osservò che questo tipo di legame si stabilisce anche con un oggetto arbitrario, come poteva essere lui stesso.
Imprinting vs apprendimento associativo
L’imprinting è un apprendimento qualitativamente diverso da quello associativo. Si differenzia dagli altri tipi di apprendimento perché:
- è guidato da dispositivi genetici
- avviene nel corso di un breve e circoscritto periodo, chiamato periodo critico
- è irreversibile
Viene inoltre scoperto un lasso temporale chiamato periodo sensibile che indica il tempo in cui le influenze ambientali sono più efficaci per l’apprendimento di conoscenze e abilità. Durante il periodo sensibile, l’apprendimento è significativamente facilitato, mentre prima e dopo questo periodo, gli apprendimenti in oggetto sono più difficili, se non addirittura impossibili.
Tuttavia, la concezione dell’imprinting come apprendimento irreversibile è oggi rivista dall’etologia cognitiva. Affinché si sviluppi un legame come l’imprinting, occorre che il modello sia confortevole e in grado di attivare la produzione di endorfine nel cervello del piccolo.
Il modello idraulico della motivazione (Lorenz, 1950)
Il modello idraulico della motivazione, proposto da Konrad Lorenz nel 1950, è un modello etologico che spiega il comportamento motivato come l'accumulo e il rilascio di energia interna.
Come funziona:
- Accumulo di energia: L’energia motivazionale, paragonabile all’acqua in un serbatoio, si accumula gradualmente nel tempo all’interno dell’organismo. Questa energia può derivare da bisogni fisiologici (fame, sete) o da stimoli esterni (come vedere la preda per un predatore).
- Aumento della pressione: Man mano che l’energia si accumula, aumenta la “pressione” interna, creando una spinta sempre più forte verso l’azione.
- Rilascio di energia: Quando la pressione raggiunge una certa soglia o viene innescata da uno stimolo specifico (stimolo chiave), l’energia viene rilasciata, portando all’esecuzione di un comportamento specifico (ad esempio, mangiare, bere, attaccare).
- Valvola di sicurezza: Il modello include anche una “valvola di sicurezza” che permette il rilascio controllato dell’energia in assenza di stimoli chiave, prevenendo un eccessivo accumulo. Questo può manifestarsi come comportamenti di spostamento o attività in apparenza casuali.
La teoria della riduzione delle pulsioni
La teoria della riduzione delle pulsioni è stata proposta come modello esplicativo per comprendere i bisogni degli individui. In questo modello, la pulsione, che si genera da una condizione di carenza legata alla comparsa di un bisogno, rappresenta la spinta propulsiva che determina uno stato di attivazione nell’organismo.
- Questa attivazione ha lo scopo di mantenere un livello ottimale di stimolazione (omeostasi) per garantire una risposta efficiente agli stimoli e permettere all’individuo di raggiungere l’oggetto del suo bisogno o di evitare una situazione spiacevole.
- Il modello sottolinea come la risposta comportamentale porti a una rapida diminuzione dell’eccitazione associata al bisogno. Di conseguenza, maggiore è la connessione tra il bisogno e la risposta, più forte diventerà l’abitudine.
La teoria biologica della motivazione
Secondo la teoria biologica della motivazione (fondata sul concetto di omeostasi) il corpo è caratterizzato da alcuni bisogni biologici che devono essere soddisfatti. Quando ciò non accade si attivano meccanismi (o pulsioni) che ci motivano e attivano comportamenti per ristabilire il livello ottimale di equilibrio.
L’omeostasi, come descritta da Cannon, è un processo fondamentale in cui specifiche strutture cerebrali attivano una configurazione unica di cambiamenti fisiologici per ogni emozione.Questo significa che ogni esperienza emotiva corrisponde a uno specifico modello neurofisiologico. Tuttavia, questa corrispondenza uno-a-uno tra esperienze emotive e risposte fisiologiche è ancora controversa. Nonostante ciò, una meta-analisi ha mostrato che, oltre all’attivazione generale del corpo, esistono gruppi distinti di risposte fisiologiche per specifiche emozioni. Ad esempio, la rabbia è associata a un aumento della temperatura corporea, mentre la paura è correlata a una diminuzione.
- La coscienza gioca un ruolo cruciale nell’integrazione delle risposte automatiche riflesse che contribuiscono all’omeostasi.
Pulsioni primarie e secondarie
- Le pulsioni primarie sono legate ai bisogni fisiologici,
- Le pulsioni secondarie riguardano principalmente i processi di apprendimento e di influenza sociale.
- Le pulsioni secondarie sono inizialmente apprese ma poi, come le funzioni primarie, generano un bisogno che deve essere ridotto.
È importante notare che questa distinzione non è assoluta, poiché l’esperienza personale influenza le pulsioni primarie e i fattori biologici giocano un ruolo nelle pulsioni secondarie. Ad esempio, il sapore dolce di un cibo è un incentivo immediato per riattivare la pulsione primaria della fame, ma l’apprezzamento per cibi specifici è influenzato dalla cultura e dall’esperienza individuale. Allo stesso modo, il denaro, pur essendo un incentivo culturale appreso, può diventare un rinforzo secondario molto potente nel soddisfare bisogni primari come la fame.
Il modello pulsione-abitudine (Clark Hull)
Il modello di Clark Hull sulle pulsioni e l’abitudine si basa sul concetto che la pulsione, derivante da un bisogno insoddisfatto, agisce come una forza propulsiva per l'organismo.
- La pulsione motiva l’individuo ad adottare comportamenti che portano alla riduzione del bisogno e al raggiungimento di uno stato di omeostasi.
- L’associazione ripetuta tra una pulsione e una risposta comportamentale che porta alla sua riduzione rafforza l’abitudine.
In altre parole, più spesso un comportamento specifico riduce con successo una pulsione, più è probabile che quel comportamento diventi un’abitudine. Il modello di Hull sottolinea quindi l’importanza dell’apprendimento nel determinare il comportamento motivato.
La teoria dell’incentivo: spinta e attrazione
La teoria degli incentivi afferma che gli individui sono spinti ad esempio a mangiare dall'esperienza intrinsecamente gratificante del cibo.
- Questa teoria enfatizza il ruolo della ricompensa e del piacere nel guidare il comportamento: ciò dimostrò l’effetto di un fattore di tipo ambientale sulla motivazione.
- Gli incentivi sono strettamente correlati al concetto di pulsioni: mentre le pulsioni derivano da uno stato di bisogno interno, gli incentivi sono gli elementi esterni che aiutano a soddisfare tali bisogni e, quindi, a ridurre la pulsione. Ad esempio, se la fame è la pulsione, il cibo rappresenta l’incentivo.
Differenze tra istinti e pulsioni
Il concetto di istinto è stato oggetto di critiche per il suo determinismo e la sua incapacità di spiegare la varietà della motivazione umana. A differenza degli istinti, che sono rigidi e pre-programmati, le inclinazioni umane sono modellate dalle pressioni ambientali, dalle influenze sociali e dall’apprendimento continuo.
Un bisogno si riferisce a una carenza fisiologica o a uno stato di necessità all’interno dell’organismo. La fame, la sete e il sesso sono esempi di bisogni primari. Una pulsione, d’altra parte, è uno stato di disagio o di tensione interna che spinge un individuo a cercare soddisfazione.
Le pulsioni sono viste come meccanismi motivazionali interni che spingono all’azione quando un bisogno non è soddisfatto. Ad esempio, la sensazione di fame (pulsione) nasce dalla necessità fisiologica di cibo (bisogno). Per ridurre la pulsione e soddisfare il bisogno, l’individuo è motivato a impegnarsi in comportamenti come la ricerca di cibo. Gli incentivi sono oggetti o eventi esterni che hanno la capacità di soddisfare i bisogni. Il cibo, le bevande o un partner sessuale sono esempi di incentivi che possono soddisfare i rispettivi bisogni. Gli incentivi sono anche classificati come rinforzi perché forniscono una ricompensa che aumenta la probabilità di un comportamento.
Esistono due tipi principali di pulsioni:
- Pulsioni primarie: Questi sono biologicamente cablati e non dipendono dall’apprendimento, come il sapore dolce di un cibo che attrae naturalmente.
- Pulsioni secondarie: Questi sono appresi attraverso l’esperienza e l’associazione con la gratificazione o la punizione. Un esempio è il denaro, che acquisisce il suo valore di incentivo attraverso l’apprendimento sociale e culturale, associandolo alla possibilità di ottenere beni e servizi desiderabili.
Le teorie dell’araousal e l’assunzione di rischio
Le teorie dell’arousal spiegano comportamenti il cui obiettivo è quello di mantenere o incrementare l’attivazione fisiologica, bilanciando i livelli di stimolazione.
- Qualora i livelli di attività aumentino troppo, l’organismo cerca ridurre i livelli di stimolazione
- Qualora i livelli di stimolazione e attività diventino troppo bassi, l’organismo cerca di innalzarli andando alla ricerca di altri stimoli.
Sensation seeking (Zuckerman)
Zuckerman, che studiò esperimenti sulla deprivazione sensoriale, elaborò un’apposita scala di personalità per misurare queste differenze tra gli individui.
La ricerca di sensazioni consiste nel bisogno di stimolazioni nuove, varie e complesse, unito alla disponibilità a correre rischi fisici e sociali per provarle.
- Gli individui tendono a ricercare specifici livelli ottimali di arousal.
La ricerca di sensazioni si struttura in quattro componenti:
- Ricerca di brivido e avventura: la tendenza ad attività rischiose, che portano sensazioni fori.
- è stato mostrato che
- Ricerca di esperienze: la tendenza a provare nuove esperienze.
- Disinibizione: la tendenza alla liberazione dalle inibizioni.
- Suscettibilità alla noia: la tendenza ad evitare attività o compiti ripetitivi.
Zuckerman ha ipotizzato una radice biologica per la ricerca delle sensazioni cercando di riportare la disposizione a processi mentali e biochimici: potrebbero esistere delle differenze individuali nei livelli di eccitazione ottimali richiesti dal sistema nervoso.
- Questa teoria è controversa e queste ipotesi non sono state confermate.
Le situazioni di rischio
La ricerca di sensazioni, del brivido e di eccitazione non è l’unica componente per spiegare la motivazione alle situazioni rischiose.
Quando un'azione è rischiosa?
Un azione è rischiosa quando comporta la possibilità di un esito negativo associata ad una perdita.
L’assunzione del rischio può essere spiegata attraverso il c.d. Modello dell’investimento razionale: nonostante la possibilità di andare incontro ad una perdita, le persone intraprendono attività rischiose in vista di guadagni o benefici se l’azione dovesse avere esito favorevole.
- Questa teoria non tiene conto delle situazioni in cui è in ballo la vita del soggetto o in prospettive senza aspettative di guadagno.
- Solitamente si tende a comportamenti pericolosi per avere il controllo sul corso degli eventi.
- E’ importante la componente vestibolare che risiede nel piacere provato sperimentando particolari stati di movimento (caduta, velocità, rotazioni, ecc..)
Cosa sono i bisogni
Secondo Murray:
- I bisogni sono forze interne che organizzano tutte le attività e il comportamento dell’individuo in vista della modifica di una situazione ritenuta insoddisfacente.
- Le pressioni sono costituite dalle situazioni ambientali che agiscono sugli individui suscitandone bisogni.
Secondo questa più moderna concezione del concetto di bisogni, questi possono essere distinti in:
- Bisogni primari (o viscerogeni): che corrispondono alle necessità fisiche dell’organismo (fame, sete).
- Bisogni secondari (o psicogeni): che che vengono acquisiti con il corso del del tempo tramite esperienze.
- McClelland distinse tre grandi classi di bisogni secondari: il bisogno di successo, affiliazione, di potere.
Il bisogno di successo
Il bisogno di successo è definito come la spinta a fare le cose al meglio per un bisogno intrinseco di affermazione ed eccellenza. Individui con un accentuato bisogno di successo tendono a stabilire obiettivi sfidanti ma raggiungibili, mostrando consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti. La loro aspirazione è quella di dare il massimo, ottimizzando le risorse a disposizione. Ad esempio, studenti universitari con un elevato bisogno di successo sono più propensi, in età adulta, ad intraprendere carriere imprenditoriali.
Il bisogno di successo individuale è un tratto distintivo della cultura occidentale, che valorizza concetti come indipendenza, autonomia, affermazione personale e individualismo. Al contrario, nelle culture orientali, il bisogno di successo collettivo è predominante, inteso come espressione di forza, coesione e unità del gruppo.
Le aspettative nutrite dalle figure genitoriali nei confronti dei figli giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo del bisogno di successo. Aspettative elevate e realistiche da parte dei genitori sono correlate ad un maggiore sviluppo di questo bisogno nei figli. Al contrario, aspettative eccessivamente alte o eccessivamente basse possono portare ad un basso bisogno di successo.
Il bisogno di potere
Il bisogno di potere è definito come l’esigenza di esercitare la propria influenza e il proprio controllo sulla condotta di altre persone. Gli individui con un forte bisogno di potere tendono ad assumere posizioni di comando e a cercare di essere al centro dell’attenzione. Sono persone che non evitano il confronto o la competizione e sono attratte da situazioni, anche rischiose, che potrebbero portare ad un aumento del loro potere e del loro prestigio.
Il bisogno di potere si manifesta attraverso un atteggiamento positivo verso tutto ciò che può favorire la manipolazione e il controllo delle decisioni altrui. Alla base di questo bisogno, si ipotizza uno stato di disagio e di insicurezza interiore che trova sollievo solo nella strumentalizzazione degli altri, come mezzo per dimostrare pubblicamente la propria capacità di dominio sociale.
Influenze culturali sul bisogno di potere
E’ interessante notare come la percezione del bisogno di potere e della sua distribuzione vari a seconda della cultura di riferimento. Nelle culture orientali, la distribuzione diseguale del potere è accettata e considerata legittima, riflettendo una visione gerarchica della società. Al contrario, nelle culture occidentali, caratterizzate da una concezione democratica della società, la distribuzione diseguale del potere è vista come illegittima e viene generalmente rifiutata. In queste ultime, si promuove l’idea di “pari opportunità” e si coltiva il mito del “self-made man”.
La gerarchia dei bisogni di Maslow
Il metodo più comune di classificazione dei bisogni è quello proposto da Maslow nella sua gerarchia dei bisogni. Secondo Maslow, i bisogni umani sono organizzati in una piramide a cinque livelli, dove i bisogni di livello inferiore devono essere soddisfatti prima che quelli di livello superiore possano emergere, ciò implica che ciascun bisogno è connesso allo stato di soddisfazione degli altri bisogni.
Ecco i livelli della piramide di Maslow, dal basso verso l’alto:
- Bisogni fisiologici: Sono i bisogni fondamentali per la sopravvivenza, come la fame, la sete, il sonno e la termoregolazione. Questi bisogni sono i più potenti e devono essere soddisfatti per primi.
- Bisogni di sicurezza: Riguardano la necessità di sentirsi protetti e al sicuro da pericoli fisici e psicologici. Includono il bisogno di stabilità, di ordine, di legge e di limiti.
- Bisogni di appartenenza: Riflettono il desiderio di essere amati e accettati dagli altri, di far parte di un gruppo sociale e di avere relazioni significative.
- Bisogni di stima: Comprendono il bisogno di autostima, di rispetto da parte degli altri e di riconoscimento sociale. Soddisfare questi bisogni contribuisce a sviluppare un senso di fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.
- Bisogni di autorealizzazione: Rappresentano il desiderio di realizzare il proprio potenziale, di esprimere se stessi in modo creativo e di dare un contributo significativo al mondo. Questi bisogni emergono solo quando tutti gli altri livelli inferiori sono stati soddisfatti.
Mentre i bisogni dei primi gradini della piramide sono bisogni di carenza (decrescono in concomitanza con la loro soddisfazione), i successivi sono bisogni di crescita ovvero continuato a svilupparsi ma sono inglobati negli stati seguenti.
Maslow sostiene che i bisogni dei primi gradini della piramide (fisiologici e di sicurezza) siano bisogni di carenza, perché cessano solo con il loro appagamento. I bisogni dei gradini successivi (appartenenza, stima e autorealizzazione), invece, sono bisogni di crescita, perché continuano a svilupparsi mano a mano che sono soddisfatti.
L'approccio umanista di Maslow
Maslow utilizzò un’approccio umanista, ponendo all’attenzione degli studi l’interezza della persona, su caratteristiche come creatività, sé, crescita, esperienza, autorealizzazione contrapponendosi alla concezione dell’uomo di stampo meccanicista e determinista.
Approccio cognitivista
La motivazione smette di avere un approccio prettamente biologico e si declina sulle probabilità di successo e di insuccesso. Secondo l’approccio cognitivista la motivazione è il prodotto di pensieri, valutazioni, aspettative e scopi dell’individuo, perciò delle sue cognizioni.
- L’attenzione è focalizzata sui sistemi di elaborazione di informazione (valutazione ambientale, attribuzione di valore)
Teoria dell’utilità oggettivamente attesa (Edwards, 1961)
Edwards introdusse la teoria dell’utilità soggettivamente attesa (USA) in base alla quale ogni soggetto compie delle scelte che possono essere scomposte in probabilità e preferenze: i soggetti tendono a scegliere l’opzione con l’utilità soggettivamente attesa più elevata.
La tendenza al successo di Atkinson
Atkinson parlò di tendenza al successo ipotizzando l’itervento di diversi fattori nella motivazione e nella scelta di un compito.
- Il livello di aspirazione corrisponde a ciò che l’individuo si propone di raggiungere: l’esperienza di successo non dipende dal conseguimento o meno dell’obiettivo ma dal soddisfacimento dei criteri di aspirazione preventivamente stabiliti.
- La scelta del compito e il livello di aspirazione dipendono dalle probabilità di successo, cioè la probabilità di riuscire a portare a termine il compito sulla base del livello di difficoltà (la probabilità è più alta quanto il compito è più semplice).
- L’incentivo è il raggiungimento dell’obiettivo che è tanto maggiore quanto la difficoltà che si ha nel finirlo.
Gli individui caratterizzato da una forte motivazione al successo tenderanno a svolgere compiti di media difficoltà e invece eviteranno quelli i cui incentivi sono insoddisfacenti o impossibili da raggiungere.
- Ogni individuo valuta la difficoltà di un compito su base soggettiva.
Conclusioni:
- Il grado di motivazione dipende sia dall’aspettativa di raggiungere un certo risultato sia dal valore a esso attribuito. Pertanto l’incentivo è tanto più elevato quanto più difficile è il compito da portare a termine.
- Esiste una tendenza a evitare l’insuccesso, una “cura” motivazionale. In questo caso la tendenza sarà quella di evitare i compiti di media difficoltà perché si potrebbe fallire dove altri sono riusciti.
La teoria delle attribuzioni causali (Weiner)
La teoria delle attribuzione causali è un modello cognitivista secondo cui le persone tendono a cercare spiegazioni per gli eventi. Questa ricerca di cause è una tendenza umana fondamentale che si manifesta fin dalla nascita e contribuisce all’adattamento all’ambiente. Questa tendenza porta al principio di causalità, che si concentra sulla comprensione delle relazioni causa-effetto. Questa ipotesi riguarda la:
- Localizzazione delle cause di un evento (interne vs esterne)
- Stabilità temporale del fattore causale individuato (stabile vs variabile)
- Controllabilità.
Le attribuzioni causali influiscono sulla scelta dell’obiettivo da perseguire, sull’impegno e sull’energia utilizzata per raggiungerli in modo fondamentale, tale da pregiudicare la fiducia e la valutazione sulla possibilità di raggiungere l’obiettivo futuro.
Sono stati evidenziati degli stili di attribuzione ovvero la tendenza negli individui a preferire in maniera costante alcuni fattori causali per spiegare successi o insuccessi.
- Gli individui con una forte tendenza al successo sarebbero caratterizzati dalla tendenza ad attribuire il successo a fattori interi e stabili, mentre gli insuccessi a fattori interi o esterni variabili.
Esperienza del flusso (o flow experience)
Si agisce in vista del raggiungimento di un obiettivo il cui scopo è il valore dell’incentivo del risultato (incentivo centrato sul compito). Il modello non approfondisce quanto l’azione viene svolta per il piacere di farla, cioè quando l’incentivo è l’azione stessa.
- Non è solo l’anticipazione del successo e delle sue conseguenze positive che segue il completamento di un compito a motivare all’azione ma anche l’impegno, il lavoro e la concentrazione verso un obiettivo.
- Ciò avviene durante la c.d. flow experience cioè quella esperienza di totale assorbimento nel lavoro che si sta svolgendo, caratterizzata dall’assenza di auto-osservazione e presenza di controllo della situazione.
Motivazione intrinseca ed estrinseca
Le teorie cognitiviste sulla motivazione suddividono la motivazione in intrinseca ed estrinseca:
- La motivazione intrinseca consiste nello svolgere un’attività perché è gratificante per se stessi. Ad esempio, un bambino che disegna per il piacere di farlo è mosso da motivazione intrinseca.
- La motivazione estrinseca consiste nel compiere la medesima attività per conseguire qualcos’altro (ad esempio, ricevere un premio). Un bambino che disegna per ottenere l’approvazione dei genitori è mosso da motivazione estrinseca.
Mentre i bisogni dei primi gradini della piramide sono bisogni di carenza (decrescono in concomitanza con la loro soddisfazione), i successivi sono bisogni di crescita ovvero continuato a svilupparsi ma sono inglobati negli stati seguenti.