Pensare è l'attività mentale che permette di manipolare le rappresentazioni mentali delle informazioni in funzione di ciò che ci serve.
- E’ il motore della nostra capacità di comprendere, adattarsi e organizzare
- Pensare significa compiere una serie di ragionamenti che permettono di vedere più chiaramente la situazione.
La categorizzazione
Secondo Collins e Quillian, categorizzare serve soprattutto a semplificare le informazioni che la percezione fornisce, perché ricordiamo che il nostro sistema cognitivo ha capacità limitata. Diventa indispensabile codificare l’informazioni in pacchetti di informazioni semplificate e raggruppate per caratteristiche in comune.
Cos’è il concetto?
Il concetto (Psicologia)
I concetti sono categorie di oggetti, eventi o persone con caratteristiche in comune tra loro:
- Semplificano il flusso percettivo: ci permettono di riconoscere i tratti salienti di una determinata cosa.
- Favoriscono le inferenze: assegniamo a un oggetto molte delle caratteristiche del concetto a cui appartiene.
- Orientano il comportamento: la comprensione della realtà e il comportamento che si assume in funzione di questa è determinata dalla capacità di sviluppare concetti più complessi partendo da elementi semplici percepiti dall’oggetto percepito.
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In breve, mediante i concetti riusciamo ad organizzare fenomeni complessi in forme più semplici!
Cos’è la CNS?
Teoria delle condizioni necessarie e sufficienti (CNS)
Teoria secondo la quale Il concetto (Psicologia) può essere descritto da un insieme di tratti definitori, cioè l’insieme delle caratteristiche necessarie e sufficienti per essere membro di una determinata categoria.
- Nessun tratto può essere cancellato (criterio di negazione) o aggiunto (criterio di sufficienza) ad un concetto.
- Un concetto è un elenco congiuntivo di tratti che si presentano come una lista non strutturata.
Link all'originaleEsempi
uomo: ANIMATO & UMANO & MASCHIO & ADULTO donna: ANIMATO & UMANO & NON MASCHIO & ADULTO bambino: ANIMATO & UMANO & MASCHIO & NON ADULTO bambina: ANIMATO & UMANO & NON MASCHIO & NON ADULTO
La teoria delle tassonomie e prototipi
Teoria delle tassonomie e dei prototipi
Secondo Collins e Quillian (1969) per manipolare e utilizzare le informazioni è necessario categorizzarle, cioè semplificarle sotto forma di concetto. Quindi il pensiero permette di formare categorie schematiche legate a contesti e situazioni specifiche. Ciò permette di selezionare e organizzare il flusso dell’esperienza in modo da gestire l’enorme mole di dati.
- La categorizzazione avviene in funzione di somiglianze e differenze.
- E’ un processo dinamico, l’organizzazione non è definita (o situata).
flowchart TD IC[Inclusione in classe] --> RT[Relazioni tassonomice] RT --> Categorizzazione Asimmetria --> RT Transitività --> RT Prototipo --> RT Somiglianza --> Categorizzazione CE[Contesto/Evento] --> RTe[Relazioni Tematiche] RTe --> Categorizzazione GD[Goal derived] --> CategorizzazioneL'organizzazione del pensiero in categorie
- L’economia cognitiva: la nostra mente utilizza i processi di comprensione della realtà più semplici e funzionali.
- La struttura del mondo percepito: gli oggetti vengono percepiti come dotati di una struttura correlazionale.
L’organizzazione in categorie si basa su principi psicologici:
- Economia cognitiva: rappresenta la tendenza ad ottenere il maggior numero di informazioni possibile con il minor sforzo cognitivo possibile.
- E’ essenziale perciò la semplificazione della realtà.
- Il processo di categorizzazione comporta un importante carico cognitivo che potrebbe limitare la quantità di informazioni percepite.
- Struttura del mondo percepito: la categorizzazione comporta una visione della realtà dove oggetti e attributi sono correlati secondo un’associazione gerarchica.
- Ogni informazione non è ugualmente importante e questo permette di instaurare relazioni (ad esempio le ali vengono associate alle piume che alla pelliccia).
flowchart LR Animali --> Autolocomozione Mammiferi --> Animali Rettili --> Animali Rettili --> SF[Sangue freddo] Mammiferi --> SC[Sangue caldo] Cane --> Mammiferi Cane --> Abbaia Vipera --> Rettili Vipera --> VelenoLink all'originaleLe due dimensioni del sistema categoriale
I sistemi categoriali che ci costruiamo sulla base di questi due principi hanno una dimensione sia orizzontale che verticale:
- La dimensione orizzontale riguarda la strutturazione interna delle categorie. Esse sono organizzate attorno a un prototipo, cioè l’esemplare che rappresenta la tendenza centrale della distribuzione delle caratteristiche di una data categoria.
- Man mano che gli esemplari sono meno caratteristici, si avvicinano ai confini della categoria, i quali, non essendo netti, permettono ad un esemplare di condividere dei tratti con altre categorie.
- La dimensione verticale è riferito al livello di inclusione della categoria, si concentra sul concetto di tassonomia e nello specifico sulle relazioni tra le categorie. Rosch propone un modello a più livelli:
- Il livello di base: i cui membri condividono il maggior numero di attributi distintivi del prototipo (uccello), è il più utile per la classificazione degli oggetti del mondo reale, perché a questo livello vengono fornite il maggior numero di informazioni.
- Il livello subordinato: i cui membri condividono le caratteristiche del livello base ma se ne differenziano alcuni attributi più specifici (passero, aquila).
- Il livello sovraordinato: i cui membri condividono soltanto pochi attributi gli uno con gli altri (volatili, animali).
Approccio embodied (simulazione situata)
La Teoria embodied tratta lo studio di una mente situata, costantemente immersa nel contesto immediato, inteso come l’insieme delle informazioni disponibili nella situazione contingente. La mente situata si fonda sull’esperienza, intesa come motore di ogni attività mentale. Il suo ruolo principale è quello di guidare l’azione e l’interazione, momento per momento, trasformando i dati disponibili in indicazioni su cosa fare nel qui e ora.
La mente è vincolata al funzionamento del cervello e del corpo, essendo legata ai dati sensoriali, ai sistemi propriocettivi e agli stati neurobiologici (emozioni, bisogni). Per questo si parla di mente radicata nel corpo (embodied mind), basata sull’elaborazione dei dati da parte delle singole modalità sensoriali e del controllo motorio. Le rappresentazioni sensoriali, che costituiscono il nostro mondo, sono alla base delle simulazioni mentali che operiamo continuamente.
La mente situata e radicata nel corpo è fondamentale per comprendere:
- I processi pragmatici della comunicazione, in particolare la comunicazione non verbale.
La radicazione della mente nell’organismo trova conferma nei neuroni specchio, che permettono di:
- Capire le azioni degli altri.
- Comprendere la mente altrui.
- Condividere affetti ed emozioni.
- Stabilire legami empatici.
La prospettiva della mente situata e radicata nel corpo è applicata a diverse linee di ricerca:
- I neuroni specchio e il loro ruolo in diverse attività mentali.
- La simulazione mentale computerizzata.
Il dibattito sull’importanza delle immagini mentali
Immagini mentali (Psicologia)
Le immagini mentali sono rappresentazioni all’interno della mente in cui l’oggetto o l’evento viene riprodotto. La ricerca ha dimostrato che le nostre immagini mentali hanno molte delle proprietà proprie delle effettive percezioni degli oggetti rappresentati.
Imagery debate
E’ un dibattito tra due teorie opposte a proposito delle immagini mentali: l’ipotesi proposizionale e l’ipotesi analogica.
- Il punto di vista proposizionalista (con Pylyshyn come maggiore fautore) sostiene che l’attività immaginativa non sia un processo cognitivo autonomo, né una modaità specifica di rappresentazione figurale della realtà: le immagini non servirebbero a nulla e possono essere presenti come non esserlo.
- In questa prospettiva tutte le informazioni (verbali e non) verrebbero codificate in modo simbolico e astratto.
- Il Il punto di vista analogico (i cui massimi esponenti sono Paivio e Kosslyn) esistono due codici di elaborazione delle informazioni, che operano insieme: il codice proposizionale linguistico e il codice analogico
- Il codice analogico è deputato all’elaborazione e rappresentazione degli input non linguistici, manipola informazioni figurali, spaziali e simil-percettive.
Mental scanning
L’attività cognitiva del Mental scanning è un modo per valutare le proprietà le proprietà metriche di mappe spaziali mentali: consiste nella memorizzazione della mappa di un’isola con 7 luoghi a distanze diverse. Il compito è quello di formare un’immagine della mappa ed esplorarla immaginando di andare da un punto all’altro.
Conclusioni: I risultati mostrarono che il tempo necessario per effettuare la scansione mentale tra 2 oggetti aumenta in modo lineare all’aumentare della distanza tra questi oggetti.
Teoria del doppio codice
La teoria del doppio codice, sviluppata da Allan Paivio, afferma che la memoria è codificata in due modi distinti: attraverso un sistema verbale e un sistema immaginativo. La teoria del doppio codice sottolinea l'importanza di utilizzare sia la codifica verbale che quella immaginativa per migliorare la memoria.
- Sistema Verbale: Questo sistema elabora le informazioni linguistiche, come parole e frasi.
- Sistema Immaginativo: Questo sistema elabora le informazioni visive e spaziali, come immagini mentali.
Paivio ha osservato che le parole con un alto valore di immagine, cioè parole che evocano facilmente un’immagine visiva (ad esempio, “casa”, “albero”), sono ricordate più facilmente rispetto a parole con un basso valore di immagine (ad esempio, “libertà”, “giustizia”). Questo perché le parole ad alto valore di immagine attivano sia la codifica verbale che quella immaginativa, mentre quelle a basso valore di immagine attivano solo la codifica verbale.
La teoria del doppio codice suggerisce che quando un’informazione attiva entrambi i sistemi di codifica, il suo recupero dalla memoria è più efficiente. Ad esempio, se si cerca di ricordare la parola “cane”, è più probabile che il recupero sia efficace se si crea un’immagine mentale di un cane insieme alla parola stessa.
Teoria di Kosslyn delle immagini mentali
Teoria di Kosslyn delle immagini mentali spiega ulteriormente il funzionamento dell’attività immaginativa ed è definito analogico-computazionale.
Le immagini mentali sono rappresentazioni analogiche: Kosslyn sostiene che le immagini mentali non sono semplici descrizioni verbali o simboliche, ma rappresentazioni che mantengono alcune delle proprietà spaziali e percettive degli oggetti reali. In altre parole, quando visualizziamo un oggetto nella nostra mente, creiamo una sorta di “mappa” mentale che riflette le sue caratteristiche fisiche.
Kosslyn propone una distinzione fondamentale tra due livelli di rappresentazione delle immagini mentali:
- Rappresentazione profonda: Questa è una rappresentazione astratta e simbolica dell’immagine. Contiene informazioni sulle parti dell’oggetto, le loro relazioni spaziali e le loro proprietà. È come un “codice” che specifica l’immagine, ma non l’immagine stessa.
- Rappresentazione di superficie: Questa è l’immagine mentale vera e propria, quella che “vediamo” nella nostra mente. È generata a partire dalla rappresentazione profonda e ha proprietà simili alle immagini visive reali, come la dimensione, la forma e il colore.
Quando visualizziamo un’immagine, questa passa attraverso quattro ordini di informazione:
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- Informazione visiva (colore, luminosità)
- Informazione spaziale (dimensioni, posizioni)
- Informazione dinamica relativa a oggetti in movimento (motion encoded)
- Informazione motoria relativa al sé in movimento (motion added)
Tipi di conoscenza
Tipi di conoscenza
Conoscenza dichiarativa
La conoscenza dichiarativa è una mappatura della realtà e riguarda i contenuti della vita vissuta e stabilisce una relazione tra concetti memorizzati permanentemente.
- Ad esempio, sapere che Roma è la capitale d’Italia è un esempio di conoscenza dichiarativa.
Essa comprende anche la conoscenza situazionale, cioè quelle conoscenze relative al contesto attuale e alle nuove informazioni che vengono elaborate continuamente nella memoria di lavoro. La conoscenza dichiarativa svolge una funzione referenziale e predicativa
- Le conoscenze dichiarative possono essere rappresentazioni proposizionali ma anche immagini mentali.
Conoscenza proposizionale
La conoscenza proposizionale riguarda i fatti e si può formare anche solo dopo un’esperienza. Al suo interno sono compresi la conoscenza episodica che riguarda le proposizioni relative a esperienze o episodi accaduti nel passato, la conoscenza semantica riguarda le proposizioni in cui lo spazio ed il tempo non sono più considerati.
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- Le strutture proposizionali rappresentano il mondo dell’esperienza in categorie ed elementi.
Tipi di pensiero
Tipi di pensiero
Il pensiero narrativo (cosa?)
La finalità del pensiero narrativo è la comprensione e l'interpretazione dell'esperienza umana. Il pensiero narrativo viene oggi considerato una delle modalità di funzionamento mentale umano. Riconosciamo due tratti salienti:
- Dimensione interpretativa: Il pensiero narrativo svolge la funzione di mediazione tra l’esperienza e colui che la narra. Non è vincolato alla realtà ma si propone come un punto di vista diverso su di essa.
- Dimensione episodica: Il pensiero narrativo riguarda eventi, fatti ed episodi e per questo possiede un’organizzazione spazio-temporale.
Bruner distingue due differenti modalità di pensiero:
- Il pensiero scientifico o paradigmatico: costituisce la nostra abilità di perseguire il più possibile l’oggettività e l’accuratezza dei fatti.
- Il pensiero narrativo o sintagmatico: costituisce la nostra modalità di interpretare gli eventi
Il pensiero procedurale (come?)
Il pensiero procedurale si riferisce al tipo di pensiero coinvolto nell'esecuzione di azioni e nella risoluzione di problemi pratici. Si basa sulla conoscenza di procedure, sequenze di azioni e regole che guidano il comportamento.
I passaggi chiave del pensiero procedurale sono:
- Identificazione dell’obiettivo: Il processo inizia con l’identificazione di un obiettivo da raggiungere.
- Attivazione dello script: Se esiste uno script rilevante per la situazione, viene attivato per fornire una struttura di base per l’azione.
- Creazione di un piano: Se necessario, viene creato un piano più specifico per raggiungere l’obiettivo, tenendo conto delle circostanze particolari.
- Esecuzione delle azioni: Il piano viene messo in atto, eseguendo le azioni necessarie in sequenza.
- Monitoraggio e aggiustamento: Durante l’esecuzione, il progresso viene monitorato e il piano viene aggiustato se necessario per superare ostacoli o imprevisti.
Script: Sono schemi mentali che rappresentano sequenze tipiche di eventi o azioni in un contesto specifico.
- Forniscono una struttura di base per comprendere e prevedere come si svolgeranno le situazioni e come comportarsi in esse.
- Esempio: lo script di andare al ristorante include azioni come entrare, sedersi, ordinare, mangiare e pagare.
Plans (Piani): Sono strategie mentali che delineano una serie di passi per raggiungere un obiettivo specifico.
- Implicano la selezione di azioni appropriate e la loro organizzazione in una sequenza logica.
- Esempio: un piano per preparare una torta include azioni come raccogliere gli ingredienti, mescolarli, cuocerli e decorare la torta.
Goals (Obiettivi): Sono stati desiderati o risultati che si vogliono raggiungere.
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- Guidano il pensiero procedurale fornendo una direzione e uno scopo alle azioni.
- Esempio: l’obiettivo di preparare una torta motiva la creazione di un piano e l’esecuzione delle azioni necessarie.
Tipi di ragionamento
Il ragionamento
Il ragionamento è la capacità di elaborare informazioni già in nostro possesso. I processi di ragionamento possono avvenire implicitamente o esplicitamente:
- Per pensiero esplicito si intendono quei processi volontari in cui la rappresentazione simbolica della conoscenza è accessibile alla consapevolezza;
- il pensiero implicito è il processo in cui le conoscenze vengono rappresentate, apprese e utilizzate per guidare il comportamento senza che niente di tutto ciò arrivi pienamente alla consapevolezza.
Ci sono diversi tipi di ragionamento, tra cui il ragionamento deduttivo, quello induttivo.
- Il ragionamento, a differenza della logica, non è sempre preciso e può essere influenzato dal contenuto del ragionamento stesso.
Il ragionamento deduttivo
Il ragionamento deduttivo ci permette di trarre conclusioni specifiche partendo da premesse generali. È come se avessimo una serie di informazioni in nostro possesso e, applicando la logica, riuscissimo a derivare nuove informazioni che sono necessariamente vere se le premesse iniziali sono vere.
Il ragionamento deduttivo: ci permette di ottenere nuove conoscenze in modo certo, basandoci solo sulla struttura logica del ragionamento stesso. La deduzione si basa su regole precise che garantiscono che, se le premesse sono vere, anche la conclusione sarà vera.
La struttura di un ragionamento deduttivo può essere rappresentata in modo formale attraverso il concetto di sillogismo:
- Se P allora Q P quindi Q
Questa struttura, chiamata “modus ponens”, è una delle regole fondamentali della logica classica ed è un esempio di come il ragionamento deduttivo sia strettamente legato alla logica formale.
Abbiamo la capacità di valutare un ragionamento deduttivo attraverso la logica classica, i modelli mentali e gli schemi di ragionamento.
Influenza del contenuto e modelli mentali
Un modello mentale è una rappresentazione in scala di un aspetto dell’ambiente. La relazione tra il modello e il fenomeno che rappresenta è equivalente e dinamica, il che significa che il modello funziona in modo corrispondente al fenomeno. In altre parole, un modello mentale è una rappresentazione di come qualcosa funziona nel mondo reale.
- I modelli mentali ci aiutano a comprendere e a dare un senso al mondo che ci circonda. Essi ci permettono di fare previsioni, di pianificare le nostre azioni e di risolvere i problemi.
- I modelli mentali si basano sulle nostre esperienze e sulle nostre conoscenze e vengono costantemente aggiornati man mano che acquisiamo nuove informazioni.
- I modelli mentali sono analogici perché ci permettono di risolvere problemi trasferendo la conoscenza da un dominio noto a uno nuovo.
Schemi di ragionamento pragmatico e presa di decisione
Gli schemi di ragionamento pragmatico, sono regole meno astratte e più pertinenti a problemi di vita quotidiana.
Il ragionamento induttivo
Il ragionamento induttivo è un processo di pensiero che parte da osservazioni specifiche o da casi particolari per giungere a conclusioni generali individuando regolarità nei fatti o negli oggetti di riferimento. In altre parole, si basa sull’analisi di un campione limitato di dati per formulare una regola o una teoria più ampia.
Come funziona il ragionamento induttivo:
- Osservazione: Si raccolgono dati o informazioni specifiche su un determinato fenomeno.
- Analisi delle regolarità: Si esaminano i dati raccolti per identificare eventuali modelli o regolarità.
- Generalizzazione: Si formula una conclusione generale basata sui modelli o sulle regolarità individuate.
Esempio: Osservando che tutti i cigni che hai visto fino ad ora sono bianchi, potresti concludere che “tutti i cigni sono bianchi”. Questa è una generalizzazione induttiva basata su un campione limitato di osservazioni.
Caratteristiche del ragionamento induttivo:
- Non è infallibile: Le conclusioni raggiunte attraverso il ragionamento induttivo non sono necessariamente vere, ma sono probabili o plausibili.
Limiti del ragionamento induttivo:
- Può essere influenzato da bias cognitivi: I nostri pregiudizi e le nostre aspettative possono influenzare il modo in cui interpretiamo i dati e le conclusioni che ne traiamo.
- Rischio di generalizzazioni affrettate: È importante raccogliere un campione di dati sufficientemente ampio e rappresentativo prima di trarre conclusioni generali.
Le euristiche
In psicologia, le euristiche sono scorciatoie mentali che utilizziamo per prendere decisioni o formulare giudizi in modo rapido ed efficiente, soprattutto in situazioni complesse o con informazioni limitate. Sebbene spesso utili, le euristiche possono portare a errori sistematici, chiamati bias cognitivi.
Euristica della rappresentatività: Questa euristica ci porta a giudicare la probabilità di un evento in base a quanto esso sia simile a un prototipo o a uno stereotipo che abbiamo in mente. Ad esempio, se incontriamo una persona timida e introversa, potremmo erroneamente giudicarla più probabile che sia un bibliotecario piuttosto che un venditore, anche se statisticamente ci sono molti più venditori che bibliotecari.
Euristica della disponibilità: Questa euristica ci porta a giudicare la probabilità di un evento in base alla facilità con cui esempi di tale evento ci vengono in mente. Ad esempio, potremmo sovrastimare la probabilità di incidenti aerei perché questi eventi sono spesso riportati dai media, mentre sottostimiamo la probabilità di incidenti domestici, che sono molto più comuni ma meno pubblicizzati.
Procedimento al contrario (Backtracking): Questa euristica consiste nel partire da un obiettivo e lavorare a ritroso per identificare i passaggi necessari per raggiungerlo. È utile per risolvere problemi complessi, ma può portare a trascurare soluzioni alternative o più efficienti.
Fallacia del giocatore d’azzardo: Questa fallacia consiste nel credere che eventi casuali indipendenti siano in qualche modo collegati tra loro. Ad esempio, un giocatore d’azzardo potrebbe credere che dopo una serie di sconfitte sia più probabile vincere alla prossima partita, anche se la probabilità di ogni singolo risultato è sempre la stessa.
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